PQR

P
Pachèa: lentezza, tranquillità (Anna Benardelli)

Pàis: mordente per tingere legno (Luisa Bettiol) oppure marinatura per carni.

Pajon, paiòn, paion: materasso (una volta usava dormire su grandi sacchi di tela riempiti di paglia, foglie di pannocchie o crine di cavallo), letto. "Marièta buta zo il paiòn che dormo in strada" (Mauro Fluent Interface)

Panada: minestra composta da brodo, pane raffermo, semi di finocchio o finocchietto e uovo (Rosanna Fischer).

Pandòlo: sciocco, ebete. (Giulio Collenzini). "Vara ti cosa me ga combinà quel pandòlo..." (Conte Olivarez)

Panza de moniga: color beige chiaro (Claudio Stacchi)

Papagal: pappagallo, persona non propriamente intelligente. (Michela Pecora)

Papìn: schiaffo, sberla. Sinonimo di slepa (Alessandro Ortalli)

Paternoster: pasta corta, piccolina, per brodo o minestre → "Te vol che te meto dentro i paternoster [nel brodo]?" (Giorgio Santarossa)

Pea (1): sorta di pietra circolare e fortemente appiattita, con cui si gioca a "pea", tirandola il più lontano possibile sul pelo dell'acqua e facendola rimbalzare (Michela Pecora ).

Pea (2): allusione velata, ma indicativa di richiesta di favori "el me ga butà una pea..." (Michela Pecora ).

Pergolo in ferro battuto
Pegola: sfortuna, malasorte - povera donna, la ga una pegola (Aldo Pastrovicchio)

Pèrgolo: terrazzino, balcone (Sara Brumatti)

Petàr, petada: Combinare, combinata (verbo) → "Savevo mi che te me la petavi..." = lo sapevo io che me ne combinavi una..., "So mare grega, la go petada!"= Sua madre greca, l'ho combinata bella! (Conte Olivarez)

Picàr: pendere "Ghe pica l'orlo de la cotola" = "le pende l'orlo della gonna" (Susy Feleppa). Anche quando "te son drio de indormenzarte, te pichi de sonno" (Rosanna Fischer )

Picarìn: gruccia per abiti. "Te son come un picarìn" significa "sei troppo magro ed i vestiti sembrano appesi piuttosto che portati" (Giorgio Santarossa)

Piche: botte → "Vara che se non te sta fermo te ciapi piche per le man" (Alessandro Spoonboy Hoban)

Picio: piccolo, ma anche inteso come bambino "Xe assai coccolo quel picio". (Aldo Pastrovicchio)

Picòn: da piccone, voto negativo a scuola (Giovanni Gallizia). A raccogliere troppi "picòni", alla fine uno si trovava "bigado".

Pimpinél: persona ebete, scemotto, allocco. Ad es. "Son restá come un pimpinél!" = "ho fatto la parte dell'allocco". (Valentina Cervi)

Pimpùl: tappino della camera d'aria della biciclette, è utilizzabile per denominare qualunque oggetto di piccole dimensioni, fra cui la levetta che permetteva di chiudere le portiere delle automobili di un tempo (Alida CantarutAlessandro Ortalli)

Pindolàr: penzolare (in genere usato nella forma riflessiva), ma anche perder tempo "pindolite da quella corda", "Non sta pindolarte che se lavoro de far" (Aldo Pastrovicchio)

Pindùl: stupidino (Valentina Calicchio)

Pindul-pandul: Gioco simile alla lippa ancora oggi giocato in certe zone dell'Istria. Vagamente simile al baseball, il gioco consiste nel colpire, a turno, con una mazza detta “bac” (in Istria “màmo”) un pezzo di legno con l’estremità appuntite, lungo circa 10 cm, detto "pàndalo" o “pandòn”. e mandarlo il più lontano possibile. (Aldo Pastrovicchio)

Pinguìn: vigile urbano, a causa del caratteristico colore bianco-nero della divisa.

Piomba: sonnolenza, ubriacatura → "Me ga ciapado una piomba davanti al pì-cì", "In osteria l'altra sera go ciapado una piomba" (Aldo Pastrovicchio)

Piombo: zuppo d'acqua → "Son brisà tall'Isonzo e son piombo d'acqua." Sinonimo: imbombà. (Andrea Di Mauro)
Attrezzi per il gioco del pindul-pandul

Pìria: letteralmente "imbuto". Identifica una persona che esagera nel bere bevande alcoliche...

Piròn: forchetta (Grazia Modolo MagaMagò).

Pisargòt: rana dalmatina, piccola rana dalle lunghe zampe (Franco Feresin)

Pis'cianz o piscanez: pollastro, in genere cucinato arrosto dal locale Bus del Djaul (=buco del diavolo in friulano, in località Pevma - St Maver), un "Osteria con cucina". Il lemma è prettamente sloveno, ed è stato inserito in seguito a regolare votazione (visti alcuni pareri contrapposti) sul Gruppo Facebook del Gorizionario. (Andrea Di Mauro)

Pisdrùl: una delle tantissime definizioni di persona stupida, ebete, sciocca (Giorgio Santarossa)

Pìtima: persona che vuole farsi compatire con piagnistei - "no sta far la pìtima" (Rosanna Fischer). Secondo Anna Benardelli la pittima era una persona che nelle antiche repubbliche marinare veniva assoldata dai creditori per avere il saldo dai debitori... Perseguitava seguendo coloro che non pagavano!

Pivettàr: suonare il clacson → "Daghe una pivettada che se svei" (Alessandro Ortalli)

Polentàr
Ploc ['ploʧ]: fango o pantano (Anna Benardelli). Visto il clima piovoso di Gorizia, le mamme dovevano avvertire speso i propri figli: "No stà 'ndar tal ploc".

Pòdina: catino (Annamaria Morelli)

Polentàr: attrezzo in legno usato per mescolare la polenta (v. foto). A volte diventava arma per minacciare gli adolescenti goriziani. (Annamaria Morelli, Eleonora Toty Crasselli)
Pompa dell'acqua: tubo di gomma per annaffiare, derivato dal francese "pompe" (Luisa Bettiol)

Popoci: sedere, in genere nel linguaggio usato con i bambini (Antonella De Zorzi).

Prekolica o prikolica o pricoliza ['prekolitsa, 'prikolitsa]: rimorchio a due ruote per auto (in genere Zastava), atto al trasporto di merci, in genere materiali da costruzione. (David Cej)

Lasciapassare o prepusnica
Prepusnica [propus'nitsa]: Lasciapassare. Documento d'identità da esibire ai doganieri dei valichi con la Yugoslavia (Lory XDoor Persoglia)

Privàda: mescita vini da parte del produttore, nei propri locali. Oltre al vino il produttore può offrire affettati, formaggi, uova sode e dolci, purché prodotti dal medesimo. Le "privade" sono identificata da una frasca (v. foto). (Marina Ipavec Veg)

Puf: scrocco, "a puf" vuol dire "a scrocco", "far puf" significa "fare debiti"

Puc, puk o scorèsa: peto, flatulenza (Alida Cantarut, Mauro Fluent Interface). "Hai mica fatto un 'puk'"?" "No, nona, no mi no!"

Pula: polizia (anche pattuglia di polizia) → "'riva la pula" (Simone Marcocig)

Pupùi: passeggio, usato nella frase "Alo vestite che andemo a pupui." (Elisabetta Sbisà)

Q
Quartier: appartamento (Sara Brumatti)

Quaia: quaglia, indica anche una botta, generalmente in testa, probabilmente riferendosi al suono che la persona colpita emette, causa il dolore → "Orpo che quaia che go ciapà tal canton!" (Marina Ipavec Veg)

R
Ranzido: rancido, se riferito a persona significa acido, inacidito, anche di cattivo umore (Susy Feleppa)

Radicio: radicchio, usato nella frase "sburtar radicio" = "essere defunto.". (Michela Pecora, Claudio Melada)

Raus: direttamente dal tedesco, usato in genere dalle mamme goriziane per far muovere figli, cani o gatti, eventualmente galline. Anche agli imbriagoni nei bar veniva intimato dai gestori → "raus, fora de qua" (Paolo Bauzon, con la collaborazione di Anna Benardelli e Mauro Fluent Interface)

Remenar, remenarse: rimenare, rimenarsi, usato con diverse accezioni → rigirarsi "remenarse tal letto", picchiare duramente, bastonare "te remeno de botte" (Alessandro Spoonboy Hoban), cercare qualcosa creando disordine "cossa te remeni, che poi xe tuto un suf" (Chiara Gabrielcig).

Rèpete: esclamazione che esprime disappunto, traducibile con "di nuovo!", "ancora!" (Mauro Fluent Interface)

Ridariola: Attacco di riso irrefrenabile! (Anna Benardelli)

Ringspiel (foto a cura di Andrea Di Mauro)
Ringspiel ringhispìl: giostra o giostre (Marina Ipavec Veg, Alberto Bertolini). Si dice anche di cosa o strada tortuosa ma giocosa e divertente: "Quel trato xe un ringhispìl" (Alessandra Vuga)

Rochel o rukel: oggetto da scartare → "Dove te va con quel rukel de auto" (Alida CantarutMonica French, Elisa Zorn) oppure rocchetto per macchina per cucire → "Passime el rochel de fil marron che devo imbastir un per de braghe" (Aldo Pastrovicchio)

Rosigon: morso (Susy Feleppa)

Raza: anatra. Si usa dire "son bagnado come una raza!", con il significato di sono bagnato fradicio. (Giulia Ventin, Sara Brumatti)

Remenar, remenarse: rigirare, rigirarsi → "Remenarse tal letto". Anche picchiare "Te remeno de botte"  (Alessandro Spoonboy Hoban) e prendere in giro "No sta remenarme!" (Chiara Gabrielcig).

Rubide: rovi o boscaglia → "Son finì ta le rubide". Usato anche per giustificare un ritardo: "eh go trova' rubida..." (Eleonora Toty Crasselli). Simile a ceranda.

Ruck o ruk: strappo, inteso come un passaggio, spinta (leggera, spintone si traduce con "sburtòn"). "Salta su che te dago un ruck fin in corso." ovvero "Salta su [normalmente un motorino Ciao Piaggio] che ti do un passaggio in Corso [normalmente Corso Italia, raramente Corso Verdi]" (Cristian ZaninLory XDoor Persoglia)

Rugnàr: lamentarsi → "Cos te rùgni continuamente!" (Alida Cantarut)

Russare: scorticare "me son russà il ginocio ", o grattare "go russà l'auto sul muro" (Cinzia Vidoz)

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